martedì 15 febbraio 2011

Riconoscere competenze e professionalità: una strada per l'integrazione

Sono circa 55mila i rifugiati e titolari di protezione internazionale in Italia, persone che fuggono da situazioni di guerra o persecuzione nel proprio paese e che cercano una nuova vita nel nostro paese. Secondo i dati a disposizione dello SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) tra le persone ospitate nei centri di accoglienza circa il 30% ha un titolo di studio medio alto, un diploma superiore o una laurea, che potrebbe utilizzare come punto di partenza per un percorso di formazione ulteriore o di integrazione lavorativa.
Eppure, la procedura da seguire per il riconoscimento dei titoli è lunga e complessa. L'impossibilità di contatto con le istituzioni competenti dei paesi di origine, rispetto a cui queste persone devono poter proteggere la riservatezza dei loro dati personali, complica ulteriormente il già difficile percorso che affrontano gli stranieri per l'equiparazione di lauree e diplomi.
Il Ministero dell'Interno, attraverso gli ultimi stanziamenti del Fondo Europeo per i Rifugiati, ha finanziato un progetto che ha per obiettivo proprio la realizzazione di un programma pilota che definisca e sperimenti una procedura condivisa da Ministeri, autorità scolastiche e universitarie per il riconoscimento dei titoli di studio dei titolari di protezione internazionale. Il progetto, Pro.Ri.Ti.S., gestito dall’Associazione Parsec in partenariato con ASGI (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), cooperativa sociale Co.Ge.S. e Consorzio NOVA, a partire da un’analisi della normativa esistente, realizzerà una ricerca di carattere nazionale per comprendere quale sia la prassi seguita, e quali le criticità presenti nello svolgimento delle procedure.
A tal fine saranno coinvolti nella ricognizione: servizi territoriali, Ministeri, uffici scolastici e universitari, titolari di protezione internazionale. I risultati della ricerca convergeranno nella progettazione partecipata di un sistema informativo dedicato, e saranno la base per la definizione di una nuova procedura.
Il riconoscimento dei titoli di studio rappresenterebbe una grande opportunità per persone che trovano spesso ostacoli all'integrazione nel paese d'accoglienza anche nel semplice rilascio di un permesso di soggiorno. L'integrazione dovrebbe partire – oltre che dalla soddisfazione di bisogni primari sul piano dell’alloggio e del sostentamento – da un percorso verso l’autonomia, in primis in ambito lavorativo, attraverso la valorizzazione di competenze e professionalità.