mercoledì 23 marzo 2011

Norme e procedure: l'analisi dell'ASGI sulla legislazione

Siamo lieti di pubblicare la prima sintesi dell’analisi normativa condotta da ASGI nell’ambito delle attività del progetto Pro.Ri.Ti.S. Si tratta di una prima forma di restituzione che vi invitiamo a visionare e a commentare. Nel documento, troverete indicazioni specifiche sulla normativa che regola il riconoscimento dei titoli di studio ed un primo approfondimento sulle procedure da seguire. In particolare, vengono descritte norme e prassi relative a:

1. il riconoscimento dei titoli finali conseguiti in scuole corrispondenti alle scuole secondarie di primo e secondo grado (scuole medie e superiori);
2. il riconoscimento dei titoli accademici (lauree);
3. il riconoscimento delle qualifiche professionali;
4. il riconoscimento per finalità non accademiche dei titoli di studio (partecipazione a concorsi, iscrizione a percorsi formativi, etc.);
5. il riconoscimento dei dottorati.

Per consultare la sintesi in formato PowerPoint cliccate qui.

mercoledì 16 marzo 2011

Dalla ricerca all'azione: sistema informativo e protocollo d'intesa

foto di auxesis
Nel mese di marzo il progetto Pro.Ri.Ti.S. entra in una fase nuova, passando dalla ricerca all’azione. La prima fase ha visto al lavoro un’équipe multidisciplinare di ricercatori (dell’Associazione Parsec e di Asgi) per una ricognizione su tutto il territorio nazionale rispetto a norme, procedure, prassi, servizi e reti per il riconoscimento di titoli di studio per i destinatari di protezione internazionale. Ora, sulla base della cospicua mole di dati e informazioni raccolte con la ricerca, si procede verso l’obiettivo finale : la realizzazione di un programma pilota che porti ad un miglioramento del sistema di riconoscimento dei titoli di studio dei TPI, attraverso l'analisi delle criticità esistenti, la diffusione di informazioni sui servizi e sulle procedure da seguire e l'individuazione di soluzioni funzionali a un rapido svolgimento delle pratiche.
A questo fine, per favorire l’emersione di visioni condivise, criticità e proposte, il 2 marzo si è tenuto, presso il Ministero dell’Interno, un primo incontro di concertazione, teso all’ideazione di un sistema informativo per l’analisi e l’archiviazione delle domande di riconoscimento dei titoli di studio dei TPI, uno strumento che agevoli le procedure per i beneficiari ma anche il lavoro dei diversi soggetti coinvolti nell’espletamento delle pratiche.
L’incontro ha visto la partecipazione dei rappresentanti del Ministero dell’Interno, dei Ministeri competenti per le procedure di riconoscimento (Ministero degli Esteri, MIUR, Ministero della Salute, Ministero della Giustizia, Ministero del Lavoro), del Servizio Centrale SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), del CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati), dell’Alto Commissariato per i Rifugiati (ACNUR), dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), del Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche (CIMEA), della Federazione Collegi Infermieri (IPASVI) di Firenze, di organizzazioni pubbliche e del Terzo Settore (Parsec, Asgi, Arciconfraternita, Cooperativa OASI 2, Cooperativa Parella, Cooperativa Il Cenacolo, CSI Torreangela). L’incontro è stato aperto dal viceprefetto Martha Matscher che ha presentato alla platea finalità e modalità operative dei Fondi FER.
L’idea di un sistema informativo, ha spiegato Pier Paolo Inserra, Presidente dell’ente capofila del progetto (Associazione Parsec), «nasce dall’esigenza di ridurre la frammentazione dei dati, delle conoscenze e delle competenze». L’obiettivo è mettere a disposizione dei responsabili delle decisioni operative tutte le informazioni necessarie per effettuare le migliori scelte possibili. Pro.Ri.Ti.S. non prevede la costruzione effettiva del sistema ma la sua progettazione, al cui fine è indispensabile la realizzazione di un percorso conoscitivo condiviso. Le ipotesi allo studio sono due: un sistema informativo classico e un portale dedicato che fornisca informazioni a servizi e utenti.
Il primo incontro, che ha portato tante e diverse istituzioni e organizzazioni a confrontarsi e a misurarsi sulla proposta, ha visto svilupparsi un vivace dibattito tra posizioni diverse. Alla luce di quanto emerso in questa occasione, il lavoro comune sarà ripreso e approfondito per giungere alla co-progettazione del sistema, ma soprattutto alla condivisione di un Protocollo di Intesa, vero punto focale del programma pilota. Il Protocollo,  da sottoporre alle Autorità competenti nella procedure di riconoscimento dei titoli di studio (Ministeri, Università, Uffici Scolastici Provinciali) rappresenta infatti un primo tentativo per raccordare i diversi soggetti che intervengono nelle procedure di riconoscimento dei titoli di studio al fine di agevolare  i titolari di protezione internazionale in questo percorso.

Rifugiati e titoli di studio: percorsi tra norma e realtà

foto di Hans on Experience
Sta volgendo a conclusione la fase di ricerca del progetto PRORITIS. Fase che ha previsto la realizzazione di due indagini: una centrata sulla normativa nazionale e internazionale relativa alle procedure di riconoscimento dei titoli di studio per i titolari di protezione internazionale, realizzata da ASGI – Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, ed una orientata ad analizzare le prassi territoriali, curata dall’Associazione Parsec – capofila del progetto.

Il progetto ha considerato il riconoscimento dei titoli nella sua accezione più ampia prendendo in considerazione il riconoscimento dei titoli accademici (l’equipollenza), ma anche l’abilitazione alla professione, il riconoscimento a fini concorsuali e il riconoscimento di percorsi parziali al fine della prosecuzione degli studi. Si tratta infatti di percorsi diversi che concorrono in egual misura alla piena integrazione nel mondo del lavoro dei titolari di protezione internazionale. Un’integrazione che tenga nella giusta considerazione competenze e conoscenze acquisite prima dell’ingresso in Italia.
Sono quasi 90 i testimoni intervistati per comprendere percorsi seguiti, criticità e proposte legate alle procedure  di riconoscimento dei titoli di studio dei titolari di protezione internazionale. In questa fase di ricognizione si è cercato di dare spazio ai diversi punti di vista, contattando gli Enti e le Amministrazione coinvolte responsabili del riconoscimento, ma anche servizi che accolgono e accompagnano i titolari di protezione internazionale, così come i diretti interessati. Lo strumento utilizzato per la rilevazione è stato una traccia di intervista semi-strutturata diversificata per i diversi target.
Questi  nello specifico i numeri :
- 8 interviste a persone  appartenenti ai Ministeri competenti (Ministero degli Affari Esteri, Ministero di Grazia e Giustizia, Ministero del Lavoro, Ministero dell’Università e della Ricerca);
- 45 interviste a persone impegnate all’interno di servizi pubblici e privati di tutela, accoglienza e accompagnamento riservati a titolari di protezione internazionale;
- 23 interviste a Uffici scolastici e Universitari;
- 13 interviste a titolari di protezione internazionale che hanno intrapreso o concluso il percorso di riconoscimento dei propri titoli di studio o delle proprie qualifiche professionali.
La ricerca ha avuto un carattere policentrico, toccando ben 9 città italiane: Roma, Milano, Torino, Firenze, Trapani, Venezia, Udine, Trieste, Padova. La selezione delle città ha tenuto conto della presenza di servizi ed esperienze territoriali significative. Lo spostamento verso il Nord del paese è conseguenza di una generica scarsità di esperienze su questo terreno nel Mezzogiorno: il contatto con i territori ha infatti evidenziato una scarsa diffusione di tali procedure nel Sud Italia.
Attualmente i dati raccolti sono in fase di analisi . Alcune prime suggestioni evidenziano:
1. La netta prevalenza, tra i titoli per i quali si intraprende un riconoscimento, delle professioni mediche e sanitarie, conseguenza della maggiore trasversalità di competenze di questo tipo e della maggior richiesta da parte del mercato del lavoro di queste professioni.
2. Una scarsa informazione presso servizi e reti territoriali circa i diversi passaggi da seguire per portare a termine il riconoscimento dei titoli di studio.
3. La difficoltà da parte dei titolari di protezione internazionale a reperire tutta la documentazione richiesta in originale (titolo di studio, percorso di studi, programma degli studi).
4. La preferenza di percorsi alternativi al riconoscimento del titolo, quali l’iscrizione a nuovi corsi di studio in Italia (magari meno professionalizzanti), o l’inserimento lavorativo – quando possibile – presso aziende che tramite la diretta esperienza possano riconoscere le competenze anche in assenza di un riconoscimento formale.

A breve sarà disponibile on line una prima sintesi della ricerca.