venerdì 29 aprile 2011

Costruire un Protocollo di Intesa: un percorso complesso dai passaggi obbligati

La definizione di un Protocollo d’Intesa da sottoporre alle diverse Autorità competenti, per facilitare lo svolgimento delle pratiche per il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali dei titolari di protezione internazionali, è un’operazione complessa e delicata.
Il Progetto PRORITIS sino ad oggi ha compiuto diversi passaggi per raggiungere l'ambizioso obiettivo. Il processo di costruzione della prima bozza di Protocollo d’Intesa ha infatti tenuto insieme: l’analisi della normativa di riferimento, un confronto con i sistemi adottati in altri Paesi UE per agevolare i titolari di protezione internazionale nel’espletamento di tali procedure, l’analisi dei diritti esigibili, nonché la ricognizione delle prassi territoriali esistenti nel nostro Paese.
Attraverso questo approccio multidisciplinare – che ha saputo coniugare saperi delle scienze sociali e delle scienze giuridiche - i partner del progetto hanno quindi prodotto una prima bozza di Protocollo, avanzando diverse proposte operative in grado di attenuare le criticità presenti allo stato attuale, pur rimanendo in linea con il quadro normativo esistente. In particolare, la proposta avanzata fa perno sulla Convenzione di Lisbona, sottoscritta anche dal nostro Paese, che prevede l’adozione da parte degli Stati firmatari di «tutti i provvedimenti possibili e ragionevoli» in materia di riconoscimento dei titoli di studio per i titolari di protezione internazionale, anche nel caso in cui tali titoli «non possano essere comprovati da relativi documenti».
La prima bozza elaborata si rivolge alle diverse Autorità competenti, ed in particolare a Ministeri e Università, invitando all’assunzione di impegni concreti per facilitare, nelle procedure di riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali, i titolari di protezione internazionale sprovvisti di documentazione originale. Più specificamente, il protocollo si concentra sui casi relativi al proseguimento degli studi, e quindi al riconoscimento dei titoli di studio.
Il passaggio successivo nel percorso di costruzione del Protocollo ha portato all’incontro tra il parere tecnico dei soggetti attuatori del progetto con la valutazione politica del Ministero dell’Interno. A partire da questo incontro, quindi, è stata prodotta una seconda bozza di Protocollo, in cui risulta attenuata l’intensità dell’impegno richiesto alle diverse parti chiamate in causa, al fine di facilitare la valutazione e la verifica delle proposte avanzate.
L’incontro del 13 aprile u.s. ha visto ampliarsi ulteriormente il confronto: i partecipanti – Ministeri, Università, enti di tutela - hanno potuto confrontare la prima bozza di Protocollo – ricevuta via mail – con la seconda ipotesi – vagliata dal Ministero e presentata in sede di discussione, esprimendo pareri, osservazioni ed obiezioni.
L’èquipe del progetto sta attualmente raccogliendo via mail ulteriori sollecitazioni e feed back da tutti gli attori invitati ai tavoli di concertazione, al fine di produrre un’ulteriore ipotesi di Protocollo che integri tutte le sollecitazioni in un’ottica di progettazione partecipata. Per contribuire alla definizione del documento finale, vi invitiamo a prendere visione delle due bozze di Protocollo di Intesa e ad inviarci i vostri commenti e suggerimenti.
Chiaramente, il percorso non si chiuderà qui: il Protocollo, per divenire realmente uno strumento operativo, andrà sottoposto alle Autorità competenti per l’approvazione e sperimentato sul campo, per verificarne eventuali fragilità e sottoporlo in tal caso a ulteriori revisioni.

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